Silla (2018) by Giovanni Brizzi

Silla (2018) by Giovanni Brizzi

autore:Giovanni Brizzi [Brizzi, Giovanni]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Società editrice il Mulino, Spa


Silla aveva potuto uscire da Roma solo al prezzo di una umiliazione cocente; e ciò aveva reso per lui di vitale importanza il prossimo comando. Se Mario e Sulpicio si fossero accontentati di quanto già avevano ottenuto, egli sarebbe probabilmente partito con il suo esercito verso la Grecia senza ulteriori indugi; così, fu costretto a una mossa disperata, ma addirittura impensabile per i suoi rivali.

A fornirgli lo strumento era stato, in realtà, Mario stesso, creando un esercito di capite censi; ora egli ne comprese le potenzialità implicite e decise, semplicemente, di sfruttarle fino in fondo. Come abbiamo visto, con legioni composte ormai essenzialmente di proletari veniva infatti al pettine un altro nodo ancora, e cioè l’inevitabile professionismo delle forze armate di Roma: le quali dunque, e Silla fu il primo a capirlo, avrebbero fatto qualunque cosa pur di seguitare a servire sotto le armi, sarebbero state fedeli al comandante che garantiva il loro domani piuttosto che alla res publica, avrebbero offerto, infine, un sostegno prezioso a ogni ambizione personale, non esitando, se necessario, a contrapporsi alle istituzioni stesse.

Avendo maturato un proposito tanto audace da apparire sacrilego, quello cioè di condurre un’armata romana contro l’Urbe stessa, Silla preparò con cura l’animo dei suoi uomini. Descrisse con dovizia di particolari i crimini compiuti dai sediziosi; ricordò i tumulti per le strade, nei quali un giovane brillante, suo genero e figlio del collega, aveva perso la vita; deplorò, certo, l’ingiusta destituzione dell’altro console; ma dovette insistere in particolare, io credo, sull’iniquità del suo proprio esonero e dovette, soprattutto, far balenare ai suoi soldati la prospettiva che Mario, il comandante designato, diffidando di uomini che erano stati tanto legati al suo peggior nemico, preferisse arruolare altre truppe al posto loro.

Il gioco riuscì. I due sventurati tribuni venuti da Roma per annunciare ai soldati il cambiamento al vertice furono lapidati prima ancora di aver potuto concludere il loro discorso; e i legionari chiesero unanimi al loro comandante di marciare su Roma per ristabilirvi l’ordine. All’impresa rifiutarono invece di partecipare gli ufficiali: membri della nobilitas, essi non avrebbero potuto in alcun modo giustificare un simile gesto. L’unico fra loro a seguire fino in fondo il suo comandante fu un questore, ora identificato con Lucio Licinio Lucullo, che era unito a lui da una profonda amicizia.



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